CLASSIFICA PUNTI 2012/13

28.3Pnt27.6Pnt 27.0Pnt 26.7Pnt26.3Pnt
agg.25-03
CLASSIFICA RIMBALZI 2012/13

12.5Reb11.8Reb11.6Reb11.5 Reb11.4Reb
agg.25-03
CLASSIFICA ASSIST 2012/13

11.1 Ast 9.7 Ast 9.3Ast 8.7 Ast 7.7 Ast
agg.25-03

mercoledì 22 agosto 2012

BE LIKE MIKE

Correva l'anno 2003 quando Air Michael Jordan annunciò il suo terzo e ultimo ritiro dall'NBA. Dopo di lui si parlò tanto dei suoi possibili successori e degni eredi al trono: da Tracy McGrady a Vince Carter, da Kobe Bryant a Lebron James. La verità è che nessuno di loro ha potuto, può e potrà mai eguagliare MJ. Anche chi non conoscesse Mike neppure per sentito dire avrebbe dei dubbi a riguardo leggendo la sua lettera di addio al basket.

Abbiamo pensato di pubblicarvela come giusta introduzione al nostro blog! 


Cara pallacanestro,

Sono passati quasi 28 anni dal giorno in cui ci siamo incontrati per la prima volta; 28 anni dal giorno in cui mi sono accorto di te nel campo dietro casa, davanti al garage; 28 anni da quando i miei genitori ci hanno presentato. Se a quel tempo qualcuno mi avesse detto cosa sarebbe successo fra di noi, non sono sicuro che gli avrei creduto. Ricordavo a mala pena il tuo nome. Poi ho iniziato a vederti in giro per il quartiere e a guardarti in televisione. Ho cominciato a vederti con gli altri ragazzi, ai playground. Quando mio fratello più grande ha iniziato a dedicarti qualche attenzione in più, ho cominciato a pensare che tu potessi essere diversa. Siamo usciti un paio di volte assieme. Più ti conoscevo, più mi piacevi. E come spesso accade nella mia vita, proprio quando mi sono interessato a te, proprio quando ho cominciato a fare sul serio, tu mi hai lasciato fuori dalla squadra del liceo. Mi hai detto che non ero abbastanza bravo. Ero distrutto. Ci sono rimasto veramente male. Penso di avere anche pianto. Da quel momento in poi, ti ho desiderata ancora di più. Per questo mi sono allenato. Mi sono fatto in quattro. Ho migliorato il mio gioco. Passaggi. Palleggio. Tiro. L’aspetto mentale del gioco. Ho corso. Ho fatto flessioni, piegamenti, sollevato pesi, ho studiato ogni tuo aspetto. Ho cominciato ad innamorarmi di te e tu lo hai notato. Almeno così mi ha detto coach Dean Smith. Allora non ero sicuro di quello che stava accadendo. Ma ora lo so. Coach Smith mi stava insegnando come amarti, come stare ad ascoltarti, come capirti, portarti rispetto ed apprezzarti. E poi è successo. Quella sera, al Louisiana Superdome, nei secondi conclusivi della Finale NCAA contro Georgetown, mi hai cercato e mi hai trovato in un angolo e abbiamo ballato insieme. Da allora, per me sei diventata molto di più di un semplice pallone da basket, di un campo, di un canestro, di un paio di scarpe. Sei molto più di un gioco. In un certo senso, sei diventata la mia vita. La mia passione, la mia motivazione, la mia ispirazione. Sei la mia tifosa più grande e la mia critica più dura. Sei la migliore fra le mie amiche e la mia alleata più forte. Sei la mia insegnante più stimolante e la mia studentessa più esigente. Sei la mia compagna di squadra ideale e la mia avversaria più difficile. Sei il mio passaporto in giro per il mondo e il mio visto d’ingresso nel cuore di milioni di persone. Così tanto è cambiato dal primo giorno in cui ci siamo incontrati e per tutto quello che è successo nel frattempo devo dire grazie a te. Per cui, se non mi hai sentito prima pronunciare il mio grazie, lascia che lo faccia adesso davanti a tutto il mondo. Grazie. Grazie pallacanestro. Grazie per tutto. Grazie per tutti quelli che mi hanno preceduto. Grazie per tutti quelli che sono scesi in battaglia con me. Grazie per i titoli e per gli anelli. Grazie per gli All-Star Game e per tutti i playoff. Grazie per i tiri decisivi, quelli sulla sirena, per i falli duri, per le vittorie e per le sconfitte. Grazie perché ho dovuto conquistarmi ogni cosa. Grazie per il n° 23. Grazie per North Carolina e per Chicago. Grazie per “Air” e per il sopranome. Grazie per le entrate e per le acrobazie aeree. Grazie per la Gara delle Schiacciate. Grazie per la volontà e per la determinazione, per il cuore e per l’ anima, per l’orgoglio e per il coraggio. Grazie per lo spirito competitivo e per gli avversari di ogni mia sfida. Grazie per i fallimenti e per le delusioni, per le lodi e per gli applausi. Grazie per il Triangolo. Grazie per il baseball e per i Barons. Grazie per avermi perdonato. Grazie per gli assistenti allenatori, i trainer e i massaggiatori. Grazie per gli speaker, gli arbitri, i giornalisti, gli opinionisti, i commentatori televisivi e radio. Grazie per i Pistons e per i Lakers, per i Cavs e peri Knicks, per i Sixers e per i Celtis. Grazie per Phoneix, Portland, Seattle e Utah. Grazie per i Wizards. Grazie per chi ha creduto in me e per chi ha dubitato di me. Grazie per coach Smith, coach Loughery, coach Albeck, coach Collins e coach Jackson. Grazie per l’istruzione e per l’esperienza. Grazie per avermi insegnato il gioco che sta dietro, sotto, dentro, sopra e tutto attorno al gioco…il gioco del gioco. Grazie per ogni tifoso che ha mai pronunciato il mio nome, che ha applaudito me o miei compagni, che ha mai dato un ‘cinque’ o una pacca sulla spalla. Grazie per tutto quello che hai dato alla mia famiglia. Grazie per la luna e per le stelle e per ultimi, ma non da ultimi, grazie per Bugs e Mars. So di non essere il solo ad amarti. So che tu hai amato tanti prima di me e tanti altri ne amerai ancora dopo di me. Ma so anche che quello che c’è stato tra noi è stato unico. Speciale. Così, mentre il nostro rapporto, come succede in ogni rapporto, cambia e si evolve, una cosa è certa: ti amo, Pallacanestro. Amo tutto di te e lo amerò sempre. I miei giorni da giocatore nella NBA sono finiti per sempre ma il nostro rapporto non terminerà mai.

Con Amore e Rispetto

Michael Jordan


-Moka e Jack-

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